La dimora incantata
Villa Loi è la protagonista di questa storia.
Come ogni eroina, ha una storia che emerge nonostante l’autrice tenti di trattenerla.
Situata sulla collina di Posillipo, spesso confusa con una rivale brusca, Villa Loi ha ospitato personaggi illustri, ma lunghi periodi di abbandono ne hanno segnato la storia.
Nonostante ciò, non è mai caduta in rovina.
I muri sono stati restaurati, la ruggine rimossa, i giardini curati, i mobili protetti dal tempo, e le finestre spalancate per far entrare sole e aria.
Tuttavia, tutto questo importava poco a Villa Loi.
Avrebbe potuto lasciarsi coprire di crepe, permettere che piante rampicanti velenose la divorassero, e rassegnarsi al buio pur di accogliere persone, vivere il loro tempo, condividere emozioni e proteggerli.
Ma Villa Loi non ha mai avuto un carattere semplice.
Negli anni ’30, con insolenza, costrinse gli ospiti a lasciarla dopo una sola notte.
Fiera delle sue capacità, ha poi atteso in silenzio.
Dopo la seconda guerra mondiale, due giovani coppie modeste, con il permesso del proprietario, l’hanno abitata instaurando un dialogo esigente.
Per ragioni incomprensibili, una coppia in attesa di un figlio non era benvoluta, mentre l’altra sì.
Mentre Napoli si ricostruiva, i protagonisti si godevano i tramonti di Posillipo e i bagni nella baia di Trentaremi, increduli di quella fortuna, osservando eventi bizzarri.
La coppia mal tollerata viveva incidenti domestici sempre più frequenti ma non voleva lasciare la dimora, consapevole che mai avrebbe conosciuto simile felicità.
Nel frattempo, l’uomo della coppia benvoluta trovava denaro e oggetti preziosi tra gli scogli e la sua giovane sposa, forte e risoluta, affrontava situazioni irrazionali.
Come quando, sola durante una tempesta, un soffio dispettoso spegneva ripetutamente la candela che usava per leggere.
O quando, in dormiveglia su un divano, vide una sagoma oscura di un frate che le mostrò un sorriso beffardo prima di scomparire.
Nonostante i sogni minacciosi sulla nuova vita che cresceva nel grembo della giovane gestante, entrambe le coppie vollero continuare a vivere lì.
E tutto durò, tra alti e bassi, fino al tragico epilogo dell’aborto.
Un evento fatale che la medicina avrebbe spiegato, ma che riportò Villa Loi al suo odiato abbandono.