Le staffette partigiane erano donne giovanissime, spesso poco più che adolescenti, che ebbero un ruolo fondamentale nel moto di resistenza contro il fascismo.

Queste fanciulle dall’ineguagliabile coraggio viaggiavano a bordo d’insospettabili biciclette da passeggio, mimetizzandosi tra i comuni cittadini e rendendo un servizio silenzioso di cui avrebbe beneficiato l’intera nazione.

Senza la loro opera di collegamento tra le formazioni partigiane impegnate nella lotta armata e il direttivo non sarebbero stati trasmessi ordini, direttive, né conferiti beni alimentari, medicine o munizioni.

Le staffette provvedevano inoltre a consentire i rapporti tra i partigiani e le loro famiglie e spesso erano addirittura infermiere, e tenevano i contatti con i medici e i farmacisti.

Senza copertura alcuna, da sole ad affrontare posti di blocco insidiosi e pericoli indicibili, le staffette partigiane sono state la vera anima della guerra di liberazione, un esempio delle enormi capacità femminili impiegate nel migliore dei modi, un ricordo che pare essersi perduto ignobilmente nell’oblio della superficialità e della prepotenza.