La musica proibita di Sinatra
Una melodia eterna risuonava tra quelle mura e le impregnava del suo grido di libertà.
“My way” di Sinatra l’avevano ascoltata tutti i suoi figli
già in pancia. Pietro azionava quel vecchio giradischi nel suo ufficio e, dopo aver poggiato lievemente la puntina,
accavallava le gambe
sul ripiano della scrivania e con la testa reclinata all’indietro sullo schienale della sedia, le mani intrecciate dietro la nuca e
un’espressione gioconda dipinta sul viso,
rimaneva lì per ore, ad ascoltare quella canzone più e più volte, come non ne fosse mai sazio,
come se riuscisse a carpire
da quelle strofe il vero senso della felicità.