La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, creata da Benito Mussolini, unì le Squadre d’Azione del Partito Nazionale Fascista come forza armata autonoma del Regno d’Italia. Funzionava come organizzazione paramilitare del partito.
I miliziani, noti come “camice nere” per la divisa, giuravano fedeltà al Capo del Governo, non al Sovrano. Divennero una vera forza armata, collaborando con il Regio Esercito, inizialmente rivale.
La Milizia Volontaria seguiva il modello romano, con gruppi armati divisi in manipoli, centurie, coorti e legioni, e gradi come capomanipolo, centurione e console.
Secondo il Regio Decreto, la Milizia per la Sicurezza Nazionale serviva Dio e la Patria, rispondendo al Capo del Governo. Collaborava con i corpi armati per mantenere l’ordine pubblico e preparava i cittadini alla difesa degli interessi italiani.
Il reclutamento era volontario, per membri della milizia fascista tra i 17 e i 50 anni, con capacità e moralità, secondo il giudizio del Presidente del Consiglio o delle autorità delegate.